24/04/10

Tre mesi per una firma

(La nuova frontiera della caccia alle streghe)

Cerca di stare in gruppo / La tranquillità è importante / Ma la libertà è tutto.



Succede in questo strano Paese che di primo mattino degli agenti della squadra mobile possano bussare alla porta della tua casa e, di punto in bianco, condurti in carcere con l’accusa di aver saltato qualche firma durante un trascorso periodo di diffida. Succede. È successo. A Foggia. Topazio è uno di noi, uno come noi, un nostro fratello di curva e di vita. Negli anni scorsi sottoposto a Daspo e costretto per lunghe domeniche/mercoledì/lunedì, a recarsi in questura per adempiere all’obbligo di firma durante le partite dell’Us Foggia. Oggi condannato e chiamato a scontare tre mesi di reclusione in virtù di uno strano concetto di giustizia commutativa.

Non saranno molti quelli che troveranno il coraggio di accusarci di qualunquismo a basso costo, di populismo, se ci permettiamo di portare agli occhi di chi legge una realtà di fatto, sgradevole quanto concreta: in questo Paese di piduisti stragisti a piede libero, di mafiosi prescritti, di assassini recidivi, di stupratori seriali e di pedofili tutelati, di ricattatori, corruttori e concussi, in questo momento un ragazzo di trent’anni è chiuso in una cella perché ha commesso l’imperdonabile reato di non recarsi a firmare in questura un provvedimento che gli precludeva l’accesso agli impianti sportivi.

Assurdo, direte voi. Assurdo, certo. Indegno, infame, criminale. Perché ancor più che la sproporzione tra imputazione e pena (pena definitiva, che dovrà quindi essere scontata per intero) fa impressione la selettività, la precisione maniacale con la quale il colpo è stato inferto. Perché l’accusa reale – per chi non se ne fosse accorto – è, nel caso di Topazio, quella d’essersi ostinato a voler perseguire con la maggiore coerenza possibile il proprio stile di vita, le proprie scelte. Topazio è un ultras, che con dignità ha pagato le lunghe limitazioni del passato e che con altrettanta dignità sta pagando questa sua sproporzionata colpa. Ed è questo il suo vero reato: essere la disfunzione nell’ingranaggio, la nota dissonante in questo splendido mondo dorato del calcio fatto di televisioni, prefiltraggi, tornelli, steward, schedature, trasferte vietate, tessere fedeltà. Un mondo che, garantiscono questori e prefetti, Osservatori e Casms, senza gli ultras sarebbe un paradiso. E finirebbe di vendersi l’anima.

La mostrificazione dell’ultras sta passando il segno; l’isteria dei media, la psicosi delle istituzioni, perennemente alla ricerca di nuovi nemici, intenti nella loro neutralizzazione, sta partorendo i propri frutti avariati. Rendendo grottesca la realtà: se Topazio è dentro per una firma mancata, a breve le porte delle galere sovraffollate potranno spalancarsi anche per chi accende una torcia sugli spalti o persegue l’assurdo piano di popolare i settori di voce e colori.

Noi, che con tutta la fatica della quotidianità e delle sue mille contraddizioni, ci sentiamo di essere in tutto e per tutto simili al nostro compagno negli ideali, e complici nell’indignazione, non possiamo fare altro che mobilitarci per rendere visibile alle anime belle di questo Paese alla rovescia la natura profondamente folle di questo provvedimento e delle norme che lo sovrintendono. Affinché chi viaggia a fari spenti possa, quanto meno, aprire gli occhi.

E per ribadire, anche se suona retorica, che la loro repressione assurda può far aumentare il nostro disprezzo, ma mai smorzare la nostra passione.

TOPAZIO LIBERO!


Ciurma Nemica – Foggia

2 commenti:

Anonimo ha detto...

conoscendolo so che a lui farebbe piacere che si facesse qualcosa...
che si manifestasse, che si cantasse, o che si organizzasse un qualcosa ad esempio una grigliata x raccogliere dei fondi ecc ecc..

facciamo qualcosa!

oh, tu! ha detto...

free topy!

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