20/05/09

Luterano (in risposta a certe considerazioni appropriate)

di Lobanowski 2

Facile parlare di presunzione. Facile, troppo facile, dire che sono io quello che non va. Che non accetta, non si apre, si ghettizza in un fanatismo autoreferenziale e, tra l’altro, immotivato.
Perché non c’ero a Castrovillari e neppure a Sant’Anastasia.
Ma io la vedo diversamente. E uso termini differenti.
Uno su tutti: disciplina. Sono uno disciplinato, io, specie nella pratica della coerenza.
E non vedo perché mai dovrei applicare ad altri soglie di tolleranza che non applico alla mia persona. In altre parole: perché dovrei essere buono e accondiscendente con gli altri, mentre con me sono cattivo ed esigente?

Due anni fa Foggia si imbandierava. C’era la finale playoff ad Avellino e, in casa, avevamo vinto uno a zero. Io scrivevo: “Mi si domanda, da più parti, se sotto sotto sono felice che il Foggia stia lottando per la promozione. Non lo so e quando lo saprò non lo dirò. Di sicuro non correrò ad abbonarmi ad agosto, non farò il mio ritorno sugli spalti a promozione ottenuta. Sarebbe in contraddizione con ciò che sento e che ho sempre teorizzato: se non si è respirata la lava incandescente degli inferi, non si ha il diritto a godere. Neppure del purgatorio”.
C’è un link che vale da prova, questo, datato 11 giugno 2007.
http://illaerte.ilcannocchiale.it/2007/06/11/la_conquista_del_purgatorio.html

Avevo mollato molto prima, per ragioni che non avevano e non hanno nulla a che vedere col gioco del calcio. Mi ero defilato, coltivando nel privato una passione che era stata feroce e mi aveva portato a fare cose di cui mi ero pentito. Non mi divertivo più.
Fatto sta che la trasferta d’Avellino era vietata. Non ci sarei andato comunque, ma non per chissà quali motivi romanzeschi. Ad Avellino c’ero stato altre volte, nella mia prima vita da curvaiolo. Una volta, con l’incoscienza dei 15 anni, persino d’estate, per un’amichevole. Senza scorta, direbbero quelli che di se stessi fanno biografia. No, ad Avellino non ci sarei andato per coerenza.
Gli altri – da Lello a Gianni, che quel campionato e la C2 li avevano seguiti – lo sapevano. Se il Foggia fosse riuscito nell’impresa di tornare in B, non avrei neppure esultato. Non avrei mosso un dito, non avrei fatto trasparire nulla. E l’anno successivo, avrei bucato il grande passo di tornare allo stadio. Perché sentivo che non mi meritavo il posto sul carro dei vincitori. Neppure a cascione. I vincitori erano altri: i miei amici che erano scesi a Paternò, a Gela, a Barcellona Pozzo di Gotto, a Ragusa, a Marsala. Loro si, avrebbero dovuto festeggiarsi.

Si issò la bandiera fuori. Tiziana aveva preparato una torta. Angelo continuava a ripetermi: “Non ci credo, non ce la farai. Dovesse segnare il Foggia, farai come hai sempre fatto, come quella volta in incognita a Tivoli”. No, garantivo. Non ho alcun merito. Non merito alcuna festa. Perché il mio cervello – rimbambito da una coerenza di stampo luterano – ragionava (e ragiona) così. Non come i cattolici, che vanno a confessarsi e lavano le macchie.

Poi Rivaldo, al minuto 90 e passa. E il castello di carte che crolla. Ricordo le facce degli altri. Non passava più. Poi un signore in macchina, di ritorno dallo stadio (dove avevano trasmesso la partita su maxischermo), che vede la nostra/loro bandiera, ancora issata, e ci fa, ironicamente: “Ancora? Perché non la togliete…”. E un secondo, e poi un terzo. Tutti con lo stesso messaggio. Al quarto scatto e per poco non si arriva alle mani. Quello si ferma, litighiamo, ci sfanculiamo.
Cazzo, non posso sopportare che questa gente senza etica, senza principi (luterani o no), debba entrare ed uscire con tanta serenità dalle stanze che a me costano fatica e lacerazioni. Vaffanculo. Li odio gli occasionali. E per occasionali non intendo solo quelli che allo stadio vanno cinque volte in dieci anni, come se andassero a teatro. Occasionali, per me, sono anche quelli incapaci di soffrire come soffro io. Autoreferenziale, ancora una volta. Lo so, ma sto facendo outing. Quindi mi sia concesso.

L’anno successivo, che poi sarebbe l’anno scorso, approfittando di un intreccio narrativo, di un caso della vita, sono tornato allo “Zaccheria”. E per poco non mi è venuto da piangere. Ricordo che c’era il Foligno, contro. Ed io non riuscivo a staccare gli occhi dai gradoni. Ripassavo i volti, le posizioni dei gruppi. Quella vita da cui mi ero auto-espulso prima dell’espulsione. Non era ancora ritorno di fiamma. Ma ci ero vicino. Il Foggia vinse 2-0. Poi ci fu la scampagnata di Manfredonia. E mio padre a tavola si aprì come se parlasse ad un tossico: “Guarda – mi disse – che se ci torni, ci ricadi”. Riportai l’aneddoto agli amici. Ridemmo. E mio padre ebbe ragione.
Durante l’interminabile fila ai botteghini per la prima semifinale con la Cremonese, ero dalle due all’altezza del marciapiede del piazzale. Davanti a me, una fila interminabile e aggrovigliata. Di fianco, alcuni esponenti della Nord e della Sud che urlavano frasi di scherno: “Tifosi da playoff! Questo siete!”. Non dimentico la vergogna che ho provato, come i romani alle Forche Caudine: io, preso per un occasionale. E quel che è peggio, la mia etica luterana che dai recessi mi diceva che era giusto, che meritavo totalmente quella piccola/grande umiliazione.
Poi Cremona. I chilometri dell’espiazione.

Per me il Foggia non è tutto. Nessuno, neppure tra i più indemoniati, lo crede realmente quando lo scandisce allo stadio. E non è neppure una fede a punti. Per me il Foggia è una passione bruciante, che sa di passato remoto e di futuro prossimo. Non ho mai perdonato a me stesso d’averla mollata – quella maglia – nell’inferno della C2. Ma non potevo fare altrimenti, perché mancavano dei presupposti. Mancava il gruppo, era svanita la voglia di cazzeggiare. Ma, in realtà, è sempre rimasta dov’era. E se qualcuno pensa che è stato perché non volevo scendere a Castrovillari o a Cosenza, beh, proprio non mi conosce. Anche perché a Cosenza ci ero già stato. E non tanti più di trenta eravamo, pure allora. Così come a Salerno, ma insomma basta! Il punto che volevo evidenziare, in questa prima settimana di passione, al cospetto dei reduci che giocano a tirarsela e degli occasionali che s’atteggiano a inossidabili lastre di fiducia, è che io – con tutti i limiti della soggettività e tra mille contraddizioni – rimango onesto con me stesso e con gli altri. E quando dicevo che non avrei festeggiato perché non lo meritavo, lo credevo. Alla stessa maniera oggi, per pudore, vorrei che fossero altri a non festeggiarmi sotto il naso.

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande Lob2. Sottoscrivo ogni rigo e ogni parola. Il reducismo spesso rimanda a impotenze conclamate. Non mi farò dare la patente di tifoso doc o ultrà da nessuno, figuriamoci. Né voglio vantare memorie incrostate dal tempo passato. Guarda avanti. Oggi come ieri ci sono, ci siamo, anche in gruppo. Avanti Foggia, avanti Ciurma! Non un passo indietro (nemmeno per prendere la rincorsa).

Anonimo ha detto...

manca la firma: Lob1

Mr STRAmy (Angelo) ha detto...

Ho vissuto in pieno il tuo periodo di allontanamento dai gradoni della curva. E lo ricordo come fosse ieri. Così come ricordo la mia rabbia nel parlare con te del Foggia e sentirti distaccato. Ma sapevo benissimo che il tuo era semplicemente un allontamento come detto prima solo dai gradoni, non da quella cacchio di casacca che tanto amiamo. Forse questo è il motivo che mi faceva innervosire ancora di più. Sapere benissimo che stavi recitando una parte. E che quei colori li hai sempre amati. Bravissimo, Tivoli. Non avresti mai esultato in quel modo, ed il mio sfotterti era semplicemente un modo per dimostrarti che avevo ragione.
Ma ricordo anche PAternò. Ricordo che ti aggiornavo sul viaggio via sms, ricordo un sms sullo stretto, con la Sicilia che si avvicinava così come speravamo si avvicinasse la C1.
Prima di Manfredonia hai trovato solo il coraggio di mandare a farsi fottere stupidi pregiudizi.

Mr STRAmy (Angelo) ha detto...

.....ma la gente che ne sa. Se poi non sa, ma quando legge non capisce...beh, c'è ben poco per cui prendersi veleno.

Anonimo ha detto...

una passione, quando brucia... ti prende, ti fa fare cose che non faresti, è illogica, non capisci cosa stai facendo, ma sai che è la cosa giusta.
avere una passione è una fortuna. spesso non sai come nasce, ti ci ritrovi immischiato e basta. io personalmente ho cambiato, donne,amicizie e lavoro, ma non ho mai avuto dubbi sui colori che mi accompagneranno fino alla fine.
ognuno ha il suo modo di vivere le passioni. io personalmente ho seguito quando ho potuto, quando me l'hanno permesso, ho preso una coltellata a napoli per il FG, una diffida con denuncia a sora, ho difeso con chiunque la mia passione, ho discusso con tirapiedi, ho dovuto spiegare, come un disco rotto, che la curva non è un covo di fasci, ma è un tempio, un tempio dove, da anni, settimanalmente si svolgono rituali e liturgie, i miei riti le mie liturgie. ma sò che non sono solo miei e mie, sono di un popolo che brucia di passione ed è anche per questo che io sono lì, per condividere con il mio popolo la mia passione, la nostra passione. io non ho mai avuto bisogno di un gruppo per vivermi le passioni, non ho mai avuto dubbi, ha sempre fatto parte di me restare sui gradoni fino alla fine, è stato naturale. ho vissuto gli anni bui della c 2, lì veramente eravamo i soliti 100, e non mi ha mai infastidito chi saliva alla fine sul carro del vincitore, (anche perchè abbiamo vinto poco), ho sempre pensato poveri loro, non sanno quello che hanno perso.io ho visssuto loro no. cazzi loro.però non ho mai voluto mettere il cappello su una passione che è di tutti, io non sono luterano, i dogmi li lascio ad altri e piuttosto che criticare e polemizzare credo sia il caso di andare avanti ognuno nelle sue convinzioni e con il suo stile, ma certo tutti con la stessa passione...... jolly roger

Anonimo ha detto...

I luterani non hanno dogmi. Quelli sono i cattolici.
I luterani hanno un'etica feroce, che non ti perdona niente.
Io ho una coscienza luterana, e non ho vie di fuga.

Mi va bene la tua biografia romanzata, che non metto in dubbio.

Hai dovuto spiegare che la curva non era un covo di fasci.
L'hai spiegato a me, che non avevo bisogno di certe spiegazioni.
Se è per questo, hai negato finanche che ve ne fossero a certi compleanni, di fasci.
Non eri il massimo della fonte, mettiamola così.

Sulla polemica, non credo sia una cosa da stadio.
Credo sia un aspetto sociale.

Quest'anno siete tutti felici dei pellegrini, insomma... E vabbù.

Francesco

Anonimo ha detto...

Ad ognuno il proprio modo di viversi la curva. A me, per esempio, più che gli occasionali danno un fastidio indicibile quelli sempre presenti, ma che riescono ad avere un distacco inopportuno, fuori luogo in uno stadio da calcio, ancor più quelli, anche loro sempre presenti, che passano un'estate intera a dipingere in tinte foschissime la nuova stagione, per poi lamentarsi dopo 5 minuti della prima partita, semmai contro una delle favorite alla vittoria finale, se il foggia non è già avanti di 7 gol dando spettacolo (in c1), vogliamo parlare di chi preferisce farla finita subito? Di chi non vede l'ora d'aprire il villino al mare, piuttosto che patire fino a fine giugno, col rischio di prenderselo nel culo. Gente che farebbe i play-off solo con la certezza di vincerli. Questi non sono occasionali, ripeto, sono lì al loro posto, in curva o gradinata, da sempre, ma m'auguro di trovarli il più lontano possibile da me. Sono contento, al contrario, quando in curva con noi, ci sono amici, che sì non seguono con costanza, per le ragioni più disparate, ma che se ci sono, si mettono in gioco, dando colore, sostegno, calore, anche solo per partecipare ad un rito collettivo, certo io non riuscire mai a simulare passione, quando il foggia prende gol e dopo un attimo di smarrimento ricominciamo a cantare, più forte di prima, è uno dei momenti più belli della mia vita ultras, mi guardo attorno, cerco gli sguardi della ciurma e lì riprendere il sostegno è appartenenza, è reagire a tutti i cazzi che abbiamo dovuto ingoiare, è ribadire NOI SIAMO QUA SEMPRE CON TE e mi sento distante sia da chi s'arrende subito e sia da chi continua a cantare perchè non gliene importa nulla, non è successo niente, non è affar suo.
In una tabaccheria a Torino ho incrociato un carabiniere che si beava della promozione della bari, gli ho detto di tutto, sono certo che due mesi fa si sarebbe dichiarato juventino ed ora è lì a dire:"andiamo in a". Andiamo chi? Tu no di certo.
Torniamo a noi. Per me è bello che ci siamo ritrovati tutti di nuovo allo stadio, decidendo di far gruppo, ognuno con storie di curva differenti alle spalle, chi con una passione mai sopita, chi ha cercato di soffocarla (aveva ragiona tuo padre, lob2, siamo tossici), chi lavora, chi vive fuori, chi con addosso la diffida, ecc. E' bello sentirsi Ciurma...
A proposito di questo: io abito a Torino, inevitabilmente posso vivere meno la quotidianità del gruppo, ma non per questo non lo sento mio, se ognuno ha avuto le sue ragioni, rispettabilissime, per allontanarsi dalla curva, pretendo che la mia assenza forzata non costi l'essere pirata di serie b (foss'a madonn serie b), non vale solo per me, penso a tutti quelli che non possono sempre, ma che vorrebbero in ogni occasione...
Nota a margine: per benevento io e mio fratello ci siamo presi un paio di giorni di permesso al lavoro e scendiamo giù, contateci...
Siamo la ciurmanemica...
Atypical foggia supporters...
Nothing else matters...
Andiamo in b, che si vinca o che si perda avanti ciurma...

'ngiolett

MR STRAmy (angelo, angioletto) ha detto...

Mamm 'ngiolè mè commoss!

MR STRAmy (angelo, angioletto)
a spaccazz è bell

Peppe 81 ha detto...

Io non sono stato sempre presente, anzi...ma il gruppo Ciurma che è nato mi ha preso e infervorato più di ogni altra cosa(la mi atesi è ancora su un word.doc che spera...), ho visto e seguito più volte il foggia quest'anno che nei precedenti otto sommati...ci sarà pure un perchè(3 anni di diffida immeritata esclusi). Mi piace proprio perchè l'ho visto nascere e crescere, da interno. Ognuno si sente vicino ad un gruppo e lo rivendica in base a quello che ha dentro...questa è una questione difficilmente sondabile. Come è vero che le critiche di chi si sente "ciurma" rivolte alla "ciurma" nonostante ciò che di bellissimo ha fatto la "ciurma" sono facilmente opinabili...

p.s. Lob2, il post, al solito, è scritto benissimo e colpisce al cuore...io poi l'ho letto con "La leva calcistica del '68" come colonna sonora...lo dico come consiglio...'za Fò...

Anonimo ha detto...

scusa giusè,

per te quali sono queste critiche?

e visto che critiche non ci sono state, perchè facilmente opinabili?

è chiaro che nel tuo commento ti riferivi a me e angelo, ti voglio solo far notare che non ci sono state critiche alla "ciurma". io ho solo scritto di come mi vivo le passioni, angelo rivedica giustamente un appartenenza ad un gruppo che sento anche io. dove sono le critiche?
jolly roger

Anonimo ha detto...

dove sono le critiche di chi è ciurma rivolte alla ciurma??? curiosissimo di leggerle... adoro il gusto della polemica... su questo blog nn le ho trovate... vi prego ditemi dove cercare, mi ci tuffo a cufaniello...
'ngiolett

Peppe 81 ha detto...

Non credo di aver mai criticato 'ngiolett...dicevo appunto ognuno lo vive a modo suo;anzi, anche a me, come a 'ngiolett, piace come reagisce la Ciurma, e piace la Ciurma. Nemmeno ho criticato come vivi le tue passioni. Le critiche che io non condivido, e reputo opinabili, non sono, è vero, su questo blog.
Ma non per questo non sono esistite. Ricordi, Jolly Roger, quando eri a Foggia, che hai preso ad edurci su come comportarci col Regime, su come intessere relazioni sociali col Regime, con gli altri gruppi? Sul fatto che secondo te siamo "asociali" e tendiamo ad emarginarci?
Beh, potrei risponderti che non credo che tu quando scendi a Foggia vai a cena col Regime...e comunque, anche questo è un aspetto singolo di come vivere le proprie emozioni.

Anonimo ha detto...

Giovani... magari di queste cose ne parliamo di persona, va...

che ne dite?

Cià,
Francesco

Anonimo ha detto...

caro peppe 81 anche a me piace quando la ciurma rilancia i cori, ma se vogliamo andare avanti con queste ovvie banalità a me piace anche il gelato con stracciatella e zuppa inglese. forse non ti trovi con i gusti? bene allora facciamo polemica.
io con te non "credo" di aver mai parlato di come impostare i rapporeti con il regime o qualsiasi altro gruppo, non ho mai scritto prima d'ora su questo blog, quindi...
io dicevo a francesco soltanto che non ci saranno solo pasquette e quindi forse è il caso di essere più interattivi conil resto della curva
soprattutto in ottica trasferte calde. per la seconda volta dove sono le critiche? poi se, perchè, vivo a bologna e non posso farne 10 su 10 non posso dire la mia, avvisatemi che non lo sapevo...cordialmente jolly roger

Anonimo ha detto...

Il punto, Jolly, non è essere criticati. Quello ci sta. Il punto è che - lo dici tu stesso - vivi a Bologna. E la tua la puoi dire, certo. Ma non è oracolo.

PS: perché uno che vive a Bologna non può scendere a Lanciano mentre può scendere a Terni?
Non è una domanda polemica, è una semplice curiosità.

Per tutto il resto, Peppe e Jolly, ne riparliamo faccia a faccia. Che ne dite?

Francesco

Anonimo ha detto...

ribadisco il concetto, non credo di aver fatto critiche.

prendo atto che mi è concesso dire la mia, sentitamente ringrazio.

non ho mai avuto la presunzione di essere un oracolo. "nessuno" è un oracolo, per quel che mi riguarda

per quanto riguarda lanciano. ad ogni trasferta in zona centro da bologna si cerca di organizzare sempre macchinate, quando questo non riesce, prendere un treno, da solo, di domenica mattina e dover fare svariati cambi, diventa purtroppo un deterrente. certo è una cosa fattibile, ma nel caso di quest'anno non ho voluto farmi lo sbattimento,ripeto da solo. spero per questo di non essere condannato sull'altare dell'etica luterana

per il resto, sono d'accordo con franceso,una tranquilla chiacchierata la possiamo fare faccia a faccia spero tantissimo ad arezzo con la b in tasca. anche perchè questo non è il momento delle chiacchiere. siamo ai play off, allora serriamo i ranghi e tuuti insieme andiamo a vincere, avanti ciurma, avanti foggia

jolly roger

Peppe 81 ha detto...

Jolly Roger, my darling...
si diceva parliamone di persona...
potrei rispondere lungamente, ma magari ne discutiamo a Foggia o a Benevento, dove più ti è consono...

Anonimo ha detto...

sulle note d "ballo, ballo" della carrà: foggiafoggiafoggia da capogiro, foggiafoggiafoggia senza respiro, foggiafoggiafoggia facciamo un patto andiamo in b, andiamo in b, andiamo in b..........
'ngiolett

Anonimo ha detto...

Puoi anche far finta di dimenticare, puoi voltarti dopo una delusione e giurare a te stesso basta, puoi inventarti una nuova passione domenicale magari la libertas, ma prima o poi quel fuoco rossonero comincerà a bruciare la punta dei tuoi piedi e piano piano risalire fino ad avvolgerti. Cos'è la vita senza il Foggia? Senza la TUA curva?
jordan.

Anonimo ha detto...

si può anche far finta che in fondo nella vita ci siano cose più importanti, possono anche passare degli anni, ci si innamora,magari, di una donna e passano ancora altri anni...
poi un giorno guardi la curva, guardi lo stadio, riecheggia dentro di te un qualcosa che non se n'è mai andato, si è solo sopito, perchè è inutile far finta di dimenticare qualcosa che hai scolpito nel cuore..

esistono cose più importanti nella vita? chi può dirlo! sicuramente si, ma anche no, se il resto è quello che vediamo..se il resto ti delude...

la riduzione del calcio, la riduzione degli spalti a "cosa non seria" è ormai un giochetto che non regge più e mai ha retto..

esistono cose più importanti nella vita? si, ma non nella mia...

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