22/12/08

Che c'è?

di Lobanowski 2

Domenica 21 dicembre, Crotone-Foggia 1-0

Che canto malinconico, che canto malinconico
Cogl'ogni cuore tenero cogl'ogni cuore tenero


Lodi alla pasta al forno, certo. Lodi alla parmigiana. Ci sono anche i primi rientrati, i fuori sede cronici. Il vino rosso è buono e la partita inizia, ma sul primo bicchiere già s’addensano crucci.
Ti domandi: che c'è? E la risposta non si fa attendere.

C’è che se vai in curva, il campo lo vedi e non lo vedi, seguendo il crinale delle intermittenze. Emozionali. C’è che sali i gradoni e, una volta in posizione, ti occupi del contesto, che poi è il palcoscenico principale. E fissi l’omino sulla transenna e ti concentri per non sfalsare il coro che s’alza, torrenziale. E alzi le braccia, e quelli davanti a te fanno lo stesso. E batti le mani, e senti il battimani attorno. Ritmato, cadenzato. E poi passa quello che grida Borghetti e dai l’avviso a quelli che hai attorno. E ti frughi nelle tasche e molli i venti centesimi nel palmo di quello davanti che si è girato e fa colletta, e poi tratta col tizio burbero che, alla fine, non cede. Tre flaconi di Caffè Sport, 4 euro e 50. E gridi, e ridi, e commenti un fatto che ti è venuto in mente, e ridi di nuovo mentre l’omino dice che stiamo facendo cagare, e che se siamo in tanti è perché dobbiamo crederci, e cantare, e cantare ancora. Che vedere la partita è roba datribuna ovest. E tu, che di partita hai visto dieci minuti assemblati, ma hai l’argento vivo addosso, di nuovo ti scuoti, ti concentri, chiedi quanto manca alla fine del primo tempo, ti fermi a guardare i tifosi avversari. E li giudichi, peggio di un magistrato di Tangentopoli. Poi cerchi tra i gradoni o chiedi agli altri dov’è finita la bandiera. E te la fai passare, e sventoli, e la guardi sventolare, e mentre che sei attento come un pitbull, uno da sopra ti chiede di abbassarla e scatta il parapiglia. E quando l’arbitro fischia, cacci con lo sguardo lo sguardo di quello che sta per scendere a comprare la birra. E resti in piedi, a guardare cosa fanno gli altri gruppi, che dicono i volti di quelli che conosci, mentre tutto attorno è un continuo informarsi su cosa fanno le altre.Per farla breve, se vai in curva neppure te ne accorgi.

Ma quando, per via di eventi inevitabili o imprevedibili, quando l’Osservatorio proibisce la trasferta o l’influenza ti inchioda a letto, la partita ti tocca vederla, dal primo all’ultimo minuto di recupero. E allora non puoi fare a meno di notarle, certe cose. Quanto questa squadra giochi male, ad esempio. Che con questa è finito il girone d’andata, e non siamo in grado di fare tre passaggi di fila; che si gioca su una sola fascia, come un pugile azzoppato, contando sull’esterno che corre come un’attrazione da circo, come Roberto Carlos alla playstation. Allo stadio, mentre quello s’imbizzarrisce, commenti il nuovo vizio di fare Brum, Brum, Brum che sale dai lati. Qui, no. Qui lo noti che la difesa non è alta, non è bassa, non è accorta. Te ne accorgi che la difesa non è niente; niente di ben definito, quanto meno. E ti viene un fremito a pensare che quello era il punto debole che temevi in Novelli. E quando la palla rimbalza tra portiere e difensore, el’avvoltoio avversario è appostato e la butta dentro, che neppure se l’aspettava, non puoi non rimpiangere la curva. Quel luogo dove tutto è possibile ed hai mille attrattive capaci di distrarti dal sopraggiungere della coscienza. Dal grillo parlante. In curva prendi il gol, ti ricomponi, e lanci il grido della riscossa. Qui, non sai quale piastrella del pavimento rimirare. Ma niente sceneggiate, niente tecnicismi inutili. Siamo tifosi, votati ad un ideale di sofferenza e ascetismo. Lo schermo è in alto, penzolante da un muro. Disposti in file, con la gente in piedi davanti alla porta a vetri. Renato mi aveva avvisato, quando ha letto l’invito in Facebook: non spargere la voce, che già siamo tanti. Vero, mea culpa. Quaranta minuti al termine e la certezza che saremo stati fortunati a vedere un tiro in porta. Il pari non è contemplato tra le ipotesi. Dovrei dire Chi se ne frega. Ma non sono in curva, e neppure nel settore. E non è la stessa cosa.

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