23/08/10

Tipi da spiaggia

Domenica 22 agosto, Cavese-Foggia 0-3

Abbiamo visto la partita a Lido del Sole, in una pausa del lavoro.

A ben pensarci, da stamattina non ho visto altro che tipi da spiaggia. Al porto turistico di Rodi Garganico, barche attraccate e stili di bellavita clonati. “Più avanti c’è il locale di Lele Mora”, dicono in tanti, non senza una punta di immotivato orgoglio. Al bar ci squadrano con sufficienza, al tabacchino mi intercetta una cameriera, sospettosamente premurosa che potessi sbagliare porta ed infilarmi nell’attiguo ristorante da 50 euro a pasto. Oggi comincia il campionato. Inorridisco al pensiero di passarlo qui – tra bauli da “tippare” e flycase del concerto di Luca Carboni – tra indigeni e turisti con la testa altrove, ancora saldamente ancorati alla stagione estiva dei profitti e dello sperpero. Alle 16 gioca il Foggia. A Cava dei Tirreni. Questo concetto poco balneare s’infrange contro le rocce come e peggio del mare mosso. In altri tempi, la partita di Cava avrebbe catalizzato un’attenzione spasmodica, da togliere il respiro. Ma da tre anni nessun foggiano mette piede nella Cava, e nessun cavese allo Zaccheria. Hanno vinto o, quanto meno, sono in vantaggio. Venerdì mattina c’era anche stata una mezza apertura, o una distrazione. Si pensava di poter varcare i cancelli del Lamberti. Poi, verso mezzogiorno la disdetta: entrano solo i possessori di Tessera e i residenti. L’US Foggia annuncia, profeticamente (e non si sa in base a quale strana premonizione) che sarà così per tutta la stagione: non solo Cava, Barletta, Castellammare, le trasferte calde; anche per quelle giudicate “libere” – Viareggio, Lanciano, Gela – le Prefetture limiteranno l’accesso ai soli abitanti, oltre che ai tesserati. Un senso di vaga mutilazione, una brutta sensazione. Negative vibrations. Poco vale ricordare, nell’epoca dell’irrazionalità tracimata, che l’iniquo provvedimento della Tessera del tifoso entrerà in vigore domenica 29 agosto, all’apertura del campionato di A. Poco vale. Ormai la legge è un’arma nelle mani delle banche, e si è pronti anche a rispettare una legge che ancora non è tale. E qui il sole scotta, e le prime miss passeggiano sul molo. Teleblu, la tv foggiana che ha vinto la gara per l’assegnazione dei diritti, ha commesso un’infrazione imperdonabile: detiene l’esclusiva ma non ha un canale satellitare. E non può appoggiarsi a nessun altro. I foggiani che abitano fuori dal capoluogo dovranno rassegnarsi, in attesa di contrordini. Angelo chiama da Peschici: neppure quella in chiaro si vede. La gente domanda marzianamente: “Che partita c’è?”. Daniele è al Lido. Giuseppe e Piotrek battono Rodi, bar per bar, casa per casa. Segnale assente. Tranne che per un locale del centro, che però non ci vuole tra i piedi nella fascia oraria dello struscio postprandiale. Inutile insistere. La situazione si sblocca alle 15,15. C’è un posto a Lido del Sole che trasmette il match. Ormai il palco si tiene in piedi da solo. Possiamo andare. E la strana impressione si ripete. In campo, sullo schermo piatto tagliato dal sole, ci sono le gloriose maglie bianche da trasferta. Attorno, la gente è in costume. Sembra Mtv. Ma più profondo di quest’impatto resta il dato: la piazza sta ribollendo. Le inquadrature su Zeman fanno immancabilmente scattare un accenno di coro. Lo capirebbe anche un bambino: l’adorazione per il Boemo – da queste parti icona e simbolo ben prima della sua “crociata” contro il Palazzo e le farmacie – è palpabile. Nell’immediato rischia seriamente di esaurite le scorte di abbonamenti, con conseguente impennata della tesserazione volontaria ed estromissione dagli spalti dei gruppi organizzati. Molto dipende da queste prime partite. Non ce lo siamo nascosti tra noi, specie dopo il pellegrinaggio di massa a Vasto: un paio di sconfitte subito non guasterebbero. Raffredderebbero un po’ l’ambiente, lo renderebbero più realista e meno religiosamente infervorato. Magari se Zeman stecca la prima ci sarà qualche possibilità in più di accedere ai biglietti, la domenica. Certo, siamo ultras e della partita non ce ne frega. Ovvio, chiacchiere. Siamo l’evoluzione esponenziale del tifo da stadio, abbiamo bisogno dei gradoni. Fuori saremmo manifestanti, teddy boys, skinheads, papaboys. Saremmo belli uguale, ma l’ultras è un fenomeno da stadio. Legato a doppio filo con le ritualità da stadio. Senza la chiesa, svanisce il culto. O trasloca nelle catacombe. Quindi, a rigor di logica, dovremmo tifare contro. Tifare Cavese. Ma il solo pensiero rabbuia. Come la morte. Magari teniamoci distanti, occupiamo questa tavolata in seconda fila, ordiniamo birre grandi a 3 euro (Ah, il Gargano…), e dissertiamo del più e del meno, mentre la partita segue il suo corso. Cerchiamo di non farci coinvolgere. È solo uno schermo al plasma, in fondo, che replica la realtà. Non è la realtà. Se poi dovesse segnare la Cavese o il Foggia, beh, affronteremo la cosa sul momento. Il riflesso del sole adombra il campo, il pallone svanisce spesso. La prima tavolata è piegata in avanti, quasi a voler afferrare lo schermo con lo sguardo. Noi ci diciamo che non è mica male Lido del Sole, ce l’aspettavamo più piccola, meno raccolta. E poi il tratto di spiaggia selvaggia fino a Rodi è veramente bello, anche se un po’ sporco. “Ma cosa pensano di pescare quelli a riva?”, “Boh”. “Com’è andata stamattina?”, “Mah, bene, il palco è abbastanza piccolo, due soli mezzi bilici, penso che stanotte prima delle 3 dovremmo aver finito”, “Buono”. Ma gli sguardi fuggono, come evasi in pianura. Ogni tanto qualcuno prova a provocare: “Forza Cava!”, ma davanti ci conoscono, ridono e non ci cascano. Il Foggia gioca. Lo vedono tutti. Anche noi. Cazzo, penso. Ragazzini che non temono la Cava, che aggrediscono e non abbassano la cresta. Siamo reduci da anni di senatori, di gente con esperienza sui campi di terza serie, che se andava a Cava a spazzare e a restituire offese e provocazioni prendeva l’ovazione e strappava lo 0-0. Sarà l’ingenuità, sarà l’incoscienza che aiuta gli audaci, gli inconsapevoli. Che ne sa di Cava uno come Kone, classe 1990, che lotta su ogni pallone e taglia il campo con la forza di un trattore? Che ne sa Laribi, classe 1991? Dovremmo dirglielo? Dirgli degli scontri epici degli anni Ottanta, quando tutto era ancora possibile? E perché mai? È un altro sport, questo. E il Foggia macina azioni, cade spesso in fuorigioco ma fa capire di poter colpire. E colpisce. Goooooool, siiiiiiiii! Prima. Poi ci guardiamo. Il sorriso nasconde l’angoscia: Cristo, siamo tifosi del Foggia con le ali spezzate, che non possono dare vita a quella passione che hanno esternato per anni. Se questi vincono – e questi possono vincere, s’è capito, laddove non s’è mai vinto – domattina ci troveremo le strade imbandierate. E la coda giù ai botteghini. A giugno stavamo morendo ed eravamo 200 in strada, a gridare la nostra rabbia. Adesso siamo più vivi che mai. E negli abbracci di circostanza al carro del vincitore, siamo stati tagliati fuori. Per indole, certo, per nostra rivendicata scelta: ma non possiamo tifare contro la nostra squadra. Meglio affondare – e affonderemo – continuando ad amarla d’un amore diverso, che tradirla. A fine primo tempo, il raddoppio toglie i dubbi residui. Sono felice e sono triste, mi sento scippato, per la seconda volta in vita mia. E non è tanto per la gioia da pochi intimi che si prova a cantare come pazzi mentre si perde 4-0 a Cosenza. Il calcio è sport popolare per antonomasia, figurarsi se mi metto a sponsorizzare i club privè. Ma così, così è ingiusto. È come se un corteo di carnevale sfilasse sotto le finestre di un defunto; come veder zampillare acqua dal pozzo nel giorno della dipartita di chi, a quel pozzo, ha dedicato parte della sua vita. La folla festante delle retrovie rischia seriamente di spazzar via la vecchia armata. E a noi non serve fingere che la cosa non ci interessi. È dilaniante. Pensare che il Foggia vinca 3-0 a Cava dei Tirreni, agevolando il nostro soffocamento, è una di quelle gioie per le quali si può piangere. Di nostalgia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ad Ottobre può darsi che la capienza dello Zac l'aumentano a 18000 posti.

Fonte Casillo a Savignano detto a noi...

Anonimo ha detto...

com'è la trasferta di cava? non ci sono mai stato, me la descrivete? ke è successo negli anni passati a Cava? ci furono scontri? grazie in anticipo e complimentissimi per il blog.

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