11/03/09

A Vico Equense domenica c’è il derby (Note su una trasferta vietata)

di Lobanowski 2

Domenica, a Vico Equense, c’è un derby. On dit. Una mia amica è di Vico Equense, ma in tutta onestà non saprei indicare Vico Equense sulla cartina del Golfo di Napoli. Giovanni, che è napoletano, mi aveva consigliato di sbarcare a Piazza Garibaldi, sotto mentite spoglie. E di prendere il trenino. “Quando ci sono le belle giornate – aveva spiegato – la strada per Sorrento diventa impraticabile, perché tutti vanno al mare”. I sorrentini, a Foggia, me li ricordo a stento. Avevano un tricolore, se non erro. Sono stati buoni e tranquilli. Alla fine se ne sono andati. Buoni e tranquilli. Pensavamo di ricambiare la visita in macchina. L’ho detto pure a Giovanni, nonostante gli ingorghi. Magari partendo di buon’ora. Dal finestrone del Lynam’s si vede una traversa di O’Connell street. Per fumare in camera, c’è bisogno di sfruttare gli spifferi. Il vento gelato soffia sui tetti. A duemila chilometri di distanza, arrivano le prime avvisaglie. Ci tengo molto ad andare a Sorrento. Il cellulare mi comunica che questa probabilità, data per semi-certa fino all’altro ieri, è sub judice. “Non ci fanno andare”. Non prendo neppure in considerazione l’allarmismo. È dall’inizio del campionato che i miei compari fanno così. Per ogni trasferta ne inventano una: a Foligno no perché quelli sono gemellati coi brindisini; a Pistoia no perché bisogna passare Frosinone; a Caserta no perché un tempo c’era la Casertana. E poi ci sono i Casalesi. A Perugia no perché più di una volta siamo arrivati alle brutte; a Lanciano no perché rompono le macchine; a Potenza no perché è brutta; a Gallipoli neppure, perché è peggio. Ogni destinazione, un’ipotesi di sciagura. “Guarda che a Sorrento non ci fanno andare”. Annuisco, spengo il cellulare e mi concentro sui tetti obliqui. E su come buttare la sigaretta giù.

Il comunicato, rilanciato dall’Ansa, parla chiaro: “Il divieto di trasferta è stato applicato anche per alcuni incontri di serie minori: Paganese-Taranto, Juve Stabia-Cavese, Real Marcianise-Lanciano, Sorrento-Foggia (prima divisione), Arbus-Torres e Turris-Ischia Isolaverde (dilettanti)”. Ora, aldilà del concetto di “serie inferiore”, su cui ci sarebbe da discutere (e tanto), prevale lo stupore. Ma come? Ma quando? Ma perché? Cosa abbiamo da spartire coi sorrentini? Quali precedenti giustificano una sì drastica decisione? Quelli dallo sguardo complessivo e dall’acuta capacità d’analisi, si sottraggono al panico: “leggete le partite proibite – suggeriscono – e capirete”. I tarantini non andranno a Pagani, i cavesi a Castellammare, i lancianesi a Caserta, gli isolani a Torre del Greco. In sostanza: c’erano troppi incroci pericolosi. Bene. E ci hanno vietato la trasferta, per tutelare la nostra incolumità sull’A16. Ok. Ma hanno vietato anche tutte le altre? Si… E allora? Hanno estirpato l’incrocio multiplo e ci vietano la trasferta perché c’è un incrocio multiplo? Esatto… Ma questa cosa non ha senso. Se avevano paura che ci imbattessimo nei tarantini, nei cavesi o nei lancianesi, perché impegnati in partite a rischio, di cosa hanno paura adesso che tarantini, cavesi e lancianesi, per loro stessa decisione, rimarranno a casa? E se il parametro del divieto s’allarga fino a comprendere gli svincoli autostradali, le tangenziali, le deviazioni, allora si che diventa “a rischio” anche Arezzo o Montebelluna. Senza contare che i baresi, per dirne una, potrebbero andare solo in Basilicata, visto che sono circondati da territori nemici. Potrebbero, tutt’al più, arrivare a Venosa in vagone piombato. Ma chi sorveglierebbe il vagone? Perché possiamo girarci attorno quanto vogliamo, ma il nucleo incandescente di tutto questo affare è il seguente: la volontà dello Stato di impedire ciò che potrebbe, al limite, causare un problema. Una manovra preventiva che, se applicata al resto della convivenza civile, porterebbe all’eliminazione di qualsiasi attività aggregativa, dallo struscio in corso Vittorio alla Marcialonga.

Invece è proprio la selettività dell’eccezione che, oltre a confermare la regola, imbufalisce. In Italia s’invoca sorveglianza, protezione, sicurezza. È il risultato (abbastanza scontato, a dire il vero) di anni e mesi di martellamento tele-istituzionale. Alla fine l’invocazione è fuoriuscita senza bisogno di sforzo: c’è bisogno di maggiore pattugliamento, di maggiore prevenzione, di maggiore e spietata repressione. On dit. Per difendere il cittadino inebetito dai cinesi che falsificano, dai senegalesi che vendono borse, dai nigeriani che spacciano, dai polacchi che si ubriacano, dai rumeni che stuprano. La maggioranza di governo, ignorando gli appelli progressisti della sinistra democratica – che chiedeva più uomini, più mezzi e più soldi per le forze dell’ordine – ha provveduto a liberalizzare il settore della sicurezza fai-da-te, assegnando patentini di autorevolezza e legittimità ad un bel numero di combriccole di folli, di pensionati perdigiorno, di buttafuori, di psicolabili, di patiti di softair e di maestri di arti marziali. Le ronde, signore e signori. L’ultimo ritrovato in materia di controllo sociale. Ronde contro gli stupri, molestatori contro le molestie, impiccioni, guardoni, bulli cinquantenni contro il bullismo adolescenziale. Contrappasso dantesco. Presidieranno vicoli, porti e ascensori. L’ennesimo esempio di deresponsabilizzazione dello Stato: la strada affidata agli steward, come gli stadi. Privatizzazione. Perché i poliziotti sono pochi e l’esercito è impegnato a sorvegliare gli ingressi del metrò.

A Vico Equense domenica c’è il derby col Savoia. Il Barletta va a Scafati. La densità abitativa dell’area napoletana è un ostacolo insormontabile per chiunque voglia mettersi in viaggio e non sia Osvaldo Bevilacqua, quello di Sereno Variabile. Lo Stato non se la sente di assumersi responsabilità. E, giacché alcune macchine cariche di sciarpe e aste di bandiere, potrebbero incrociarsi, impedisce a queste di partire. C’est plus facile. È geniale, a pensarci. Ancor più geniale sarebbe eliminare gli incroci. O distruggere le macchine. O chiudere le fabbriche automobilistiche. O, giacché noi tutti potremmo muovere dal porto di Manfredonia e circumnavigare Scilla e Cariddi, diffidarci tutti. A vita.

Di mio sono giunto a una conclusione, da tempo. E cioè: non me ne frega niente di come deve fare lo Stato per garantire sicurezza una volta che esco allo svincolo di Sorrento. Io so che il mio diritto di muovermi è costituzionalmente garantito. Quanto quello di essere sicuro. E allora, come conciliamo?

6 commenti:

Ataru ha detto...

La resa dello stato di diritto.
Ai tifosi del Napoli hanno vietato le trasferte sull'onda emotiva di quanto successo alla prima giornata, senza che nessun tribunale abbia la più minima idea di cosa sia successo su quel treno.
Sei napoletano? RAUS!!! (e fatti l'abbonamento a Sky aggiungerei)

Il tuo/vostro post è esemplare; libertà di circolazione in tutta Europa, ma se sei un tifoso non ti avvicinare allo stadio.
Ho amici interisti/milanisti che pur vivendo a Milano (ma residenti ancora al paese natio) hanno rinunciato all'idea di alzarsi la domenica e dire: ma si, lo stadio oggi pomeriggio perché no!

Alla fine ci stanno riuscendo, le presenze allo stadio sono in calo pauroso (resiste male solo la A),e perfino gli ascolti tv non sono più quelli di un tempo.
Paradosso dell'era dei media: il calcio era più seguito quando non si sfracellavano le palle degli appassionati con le ultim'ora da Milanello per sapere quanti minuti di corsa ha fatto Kakà.

Un tifoso barese (ma fuori Puglia) che vi ha scoperto da poco e che nonostante siate foggiani ormai vi adora.

Anonimo ha detto...

Grazie mille, Ataru.

Nonostante la tua baresità.

Anzi, ti dirò (e non per fare il ruffiano, gli altri Lobanowski lo sanno...): quest'anno spero in un ritorno del Bari in A. Così, per mandare indietro le lancette a questo calcio.

In A Bari, Triestina e Pisa (anche a discapito dei fratelli livornesi).

Ho quasi esultato al 3-1 di Sassuolo, pensa tu (vabbé, sarà che il Sassuolo fa male agli occhi...).

Ciao (e continua a seguirci),
Francesco

Anonimo ha detto...

francesco, t 6 rincoglionito completamente?????
la BARI in A????
io, a torino, una sola volta ho tifato juve,avversario la BARI....
siamo foggiani, cazzo, ora e sempre BARI MERDA....
'ngiolett

Anonimo ha detto...

Lob1 si dissocia dall'amico e compagno Lob2 per le avventate affermazioni rilasciate a proposito del ritorno in A dei galletti baresi. Al di là della rivalità sportiva, per me Bari è indossolubilmente associato ai Mataresse, Tonino su tutti. Odio viscerale per un uomo che rappresenta in pieno questa italietta furba, massonica e para(culo)clericale. Odio più Mataresse che il Bari, in realtà. Anche perché io ho l'età per ricordarmi la stagione dei 20 rigori. No, no, il Bari in A no. Certo, dovessi scegliere tra Bari e Lecce, per storia e blasone non c'è paragone. I baresi prima. Ma se proprio devo abbassare il campanile e avessi facoltà di scelta, mi piacerebbe vedere il Taranto nelle vette del calcio italiano. Un pubblico eccezionale.

Ataru ha detto...

Mi ero perso il prosieguo della discussione.
Sul Bari in A taccio perché sono peggio di San Tommaso, spero solo che la promozione non la si debba festeggiare alla radio grazie alle sventure altrui.

Ah, guardate che Matarrese lo odiano quasi tutti lo stesso.
Non saranno certo 2 prestiti azzeccati a far dimenticare l'onta degli anni passati e le ferite (queste molto più gravi) che Matarrese ha inferto alla città per pura brama personale di ricchezza e potere.

TI CHIAMANO COSTRUTTORE, MA SEI SOLO UN MURATORE!!!

P.S. A me il Foggia ai playoff e magari in B non dispiace.
E poi ci sono speranze di derby Lecce-Gallipoli, che cosa chiedere di più ad una stagione :)

Anonimo ha detto...

Il Bari è in A, uagliù.
Gente che non seguiva la squadra da dieci anni, è scesa in piazza del Ferrarese a festeggiare.
50mila, hanno detto le cronache.

Ovviamente, non ne sono felice. Il giorno dopo la promozione matematica, ero in quel di Taranto. Divisi su tutto, coi tarantini, tranne che sul comune rancore nei confronti dei "cugini". E' chiaro che è così.

Mo, il punto che sottolineavo è altro: un nostalgico del calcio d'un tempo sa che il posto del Bari è a cavallo tra la B e la A. E che comunque è sempre un bene che squadre con una certa tradizione restino a galla. Perciò volevo la anche la Triestina in massima serie.

Perché è sempre meglio un Bari-Napoli o un Milan-Triestina (l'avrei detto anche per l'Hellas, che dio solo sa quanto mi sta sulle palle), che un Siena-Chievo o un Empoli-Grosseto.

Non so se mi spiego.

Devo cantarvi la canzoncina della domenica che gioia grossa?

Saluti a casa,
Francesco

Il Libro