20/06/08

Contro i cloni di Baldassarre, io difendo le scelte della società

di Lobanowski 1

Io certi tifosi proprio non li sopporto. Parlo dei vittimisti, quelli che a giugno sono pronti a fasciarsi la testa prima ancora di giocarsela, che godono nel poter dire “l’avevo detto io!” se va male una stagione. E che direbbero la stessa frase anche in caso di risultati positivi, puntando sull’indulto per gli scettici cronici che scatta in caso di successo. Quelli che cinque minuti dopo aver pianto davanti al maxischermo piazzato a ridosso della tribuna dello Zaccheria il 17 giugno del 2007, erano pronti a gridarti “ancora appresso al Foggia andate!” o “chiudete quelle bandiere!”. Per stare dalla parte dei vincitori, dalla parte di chi ha sempre ragione.

Mi rivolgo a voi, se vi siete riconosciuti in questo quadretto, per dirvi che siete dei tifosi di merda. Che faremmo benissimo a meno di voi. Che il Foggia, perdonate l’arroganza e la presunzione, farebbe benissimo a meno di voi. Che a gridare e soffrire ad una finale play off sono bravi tutti. Beninteso, prima che la frase di rito ci venga sparata in pieno petto da qualche benpensante: qui nessuno vuole limitare il diritto di critica. Il calcio è materia popolare anche per questo: tutti dicono la loro. Ma leggere sui forum che ruotano attorno all’US Foggia quel che si è scatenato prima e dopo l’annuncio di Novelli, irrita. Sembra di stare di fronte a decine e decine di cloni di Peppino Baldassarre. E sappiate che non è un complimento.

La società ha detto una cosa semplice, di una logica stringente: Signori, dopo due anni di fior di quattrini spesi per pagare stipendi da serie B a gente come Dall’Acqua, Campilongo, Plasmati, Del Core e compagnia bella, la serie B non è arrivata. E siccome di Moratti a Foggia non ce ne sono, occorre riprogrammare, aggiustare il tiro, puntare prima di tutto alla tenuta societaria. Io non li dimentico gli anni di merda dei faccendieri e dei Sensi, delle curatele fallimentari e dei mister Pascucci dalla Gran Bretagna. Della Finanza a casa di Casillo e di Marco Russo. Delle tribolazioni, ogni estate, in attesa del via libera della Covisoc, della sempre sofferta iscrizione.

Io non dimentico e dico grazie a chi sta gestendo il Foggia, non credo arricchendosi. Perché siamo in serie C. Perché coi soldi degli incassi magari paghi metà della gestione di un anno. Ma se poi finisce che ti mettono nel girone A, con trasferte lunghe e spalti vuoti, c’è ancor più da piangere e pedalare. Di fronte a questo scenario, siccome nessuno ci può dare la garanzia che spendendo milioni e milioni di euro si vinca il campionato (provatelo a chiedere ai tifosi di Cremonese, Perugia, Taranto, Padova, Novara), io preferisco la lunga vita dell’US Foggia ad una rincorsa affannosa della B che magari porta alla morte per asfissia economica.

Quelli come Baldassarre, uno che evidentemente fa scuola, dicono che Novelli non va bene perché viene da Salerno. Peccato che anche Galderisi è salernitano. Credete abbia contato? Di più: dicono che Novelli viene da due esoneri. Nanu sul groppone mi sa che ne contava quattro consecutivi. Però fino a ieri tutti piangevano la sua fuga verso Pescara. E così tocca essere arcibanali e dire che una stagione è diversa dall’altra. Che conta la squadra, l’ambiente, la fortuna. E anche gli acquisti, certo. Però, voi tifosi da bar sport esperti dell’inferno della C1, chi conoscevate del Sassuolo direttamente promosso in B? Quanto vi sareste giocati alla Snai, a giugno 2007, sul campionato vinto dai modenesi? Ed escluso Coralli, in quanti conoscevano De Gasperi o almeno sei nomi della rosa del Cittadella?

Dopo, tutti bravi a dire che Foscarini è un ottimo tecnico, che il Cittadella “gioca a memoria”. Le stesse cose che dicevano della Cavese. Cosa che fece “digerire” Campilongo, uno la cui spocchia l’anticipava di una buona mezz’ora quando si presentava in sala stampa. Tutti bravi (dopo) a dire che Meggiorini è un attaccante di valore. Ma scommetto che se a giugno dello scorso anno quel nome fosse stato accostato al Foggia, il tifoso di cui sopra avrebbe annunciato il mancato rinnovo dell’abbonamento. Così come fa oggi quando legge di Vianello o Lazzari, di Piccolo o Mattioli.

Va bene la critica, ma per lo meno che sia sostenuta da argomenti. E siccome il calcio è materia che sfugge alquanto alla logica, preferisco sognare un futuro da Udinese: vivaio, strutture sportive, valorizzazione di giovani con i quali fare cassa, che vincere il campionato a giugno sulle pagine dei giornali, prima che lo stesso inizi. Non ci credo più a certe favole, ed è strano che altri ci caschino: io la verginità l’ho persa ai tempi di Nino Lioce, dello squadrone di GB Fabbri, dei Torresani, Mosti, Mastalli, Messina, quando sugli spalti durante l’amichevole di prestigio contro il Napoli di Careca, che celebrava l’inaugurazione dell’impianto d’illuminazione dello Zaccheria, tutti giuravano che l’avremmo ammazzato quel campionato di C. Ero un’adolescente che s’abbeverava di simili leggende. E che della salvezza strappata coi denti alla penultima giornata ha fatto insegnamento di vita. E di tifo. Ci volle il rude Caramanno, che schierava Fabbiano alla Chicco Evani e Costa, Ferrante, Orati, per rivedere la B. Perché questa è la serie C, facciamocene una ragione.

1 commento:

Nuovo Atletico Panzao ha detto...

Completamente d'accordo sul futuro da Udinese. La società deve puntare sul vivaio: è banale, vero, ma non c'è da fare diversamente. E la risalita va programmata, costruita. Non importa se ci vorranno tre anni. Ma non si può continuare con giocatori in prestito, in comproprietà o ingaggiati con contratto annuale per poi esser costretti a disfare la tela ogni estate. L'esempio del dopo Avellino è lampante: via Shala, via Mastronunzio, via tutti i più forti. E' normale, poi, pagare dazio per tre-quattro mesi di rodaggio in campo. Abbiamo una grande provincia, con decine di squadre giovanili, sarebbe ora che il Foggia ricominciasse a tirar fuori i Padalino, i Pazienza e i Potenza che hanno fatto e fanno la loro ottima figura in serie A. Forza Viola. E Foggia.

Il Libro