23/06/08

Il punto più basso: quarto contributo

di Mr STRAmy
Durante l’inverno, nella maggior parte dei casi si aspetta l’estate. Tutti la vogliono. Tutti vogliono staccare la spina. Tutti non si aspetta altro che mettersi dietro file chilometriche per poter raggiungere Vieste, Peschici, Campomarino o semplicemente Mattinata. Caldo, afa. Si soffre, ma è bello. Sulle spiagge Il Corriere dello Sport o la Gazzetta. Io leggo il primo, e quando lo leggo non voglio esser rotto la minchia, immagino come la maggior parte degli Uomini, si con la U maiuscola. Il calcio ti fa Uomo. Solo se tifi Juve, Milano o Inter non sei Uomo. Per tutte le altre squadre sei veramente un Uomo. Ed io tifo Foggia. Fortunatamente! E sono li sotto l’ombrellone a sognare, nelle ultime pagine, di trovar qualche trafiletto che annunci il colpo del mercato, il botto. Sono anni che cerco una cosa del genere. Mi stanno ancora facendo aspettare, evidentemente tutti vogliono che il botto sia ancora più forte! E così, dopo 30 secondi di lettura sul Foggia, devi per forza di cose leggere i colpi miliardari delle grandi. E sogni come sarebbe stato se la tua squadra del cuore fosse stata un’altra.
Dopo un po’ l’estate stufa. Vuoi che torni tutto come prima. E vuoi il campionato. Ogni anno io e Capacchione facciamo il conto alla rovescia: -89, -88, -87, -86,…. -7, -6. La botta di culo, un po’ d’ossigeno, te lo danno le competizioni internazionali come l’Europeo o il Mondiale e quindi il conto alla rovescia parte da circa 60.
E poi ti attacchi a tutto. Il battito del cuore è lento, si rischia. L’attesa è tremenda. Durante l’estate non si aspetta altro che poter vedere un po’ di verde con un pallone. In quei due mesi ci si attacca a tutto, al Moretti, al Berlusconi, alle varie amichevoli che danno anche in differita su Italia Uno.

Si riparte, siamo retrocessi, siamo in C1, e lo siamo solo di passaggio. Noi siamo il Foggia, questa categoria non ci appartiene. Siamo superiori a tutti e tutto. Non caghiamo niente e nessuno. Ripeto, noi siamo il Foggia, ed i foggiani.
Il tifo scrisse che se Foggia fosse grande quanto Milano allora per i foggiani in trasferta ci vorrebbe un settore ospiti grande quanto “San Siro”.
Le luci dello “Zaccheria” si riaccedono.
C’è da scoprire come ogni fine agosto i volti nuovi. In tenuta gialla il Chievo. Coppa Italia (per i giovanotti la Tim Cup), 1-0 e si va avanti. Non ho una gran memoria per date, allenatori, giocatori e bla bla…ma se non sbaglio doveva essere la stagione ‘98/99. E forse in panchina Mancano. Forse.
Sono pieno di amici Gobbi, che puntualmente ad ogni sconfitta mi fanno la telefonata dal profondo Nord. Uno dei miei migliori amici è interista ed è uno di quelli che si fa sentire sempre. Immaginate per una retrocessione in C. In terza media, la mattina alle 8 ritagliò un articolo della Rosa e me lo portò a scuola: “Shalimov all’Inter” Litigammo. Di brutto.
Il Foggia parte bene. Grande, veloce. 4-3-3. Diciamo che all’epoca ci poteva stare. Oggi no. Oggi voglio un 5 (possibilmente 6)-3-2.
Ricordo tal Volturno, forse uno di quei giocatori del nostro vivaio. Bel giocatore, farà strada. Mancino, partiva da destra, si accentrava e tirava di sinistro. Aveva la botta.
Credò finì 1-1 e passò il Chievo. Ma sugli spalti si era contenti, avevamo giocato bene e poi i veneti erano squadra di categoria superiore.

A fine partita inviai un sms al mio amico interista: “CON UN FOGGIA COSI’ SI TORNA SUBITO IN B!!!”

Volete ancora il mio punto più basso?

7 commenti:

Titograd FC ha detto...

io penso che bisogna dare una netta distinzione tra punto più basso e massima delusione....

il punto più basso è molto relativo come concetto, lo puo individuare chi ha vissuto momenti alti ma chi ad esempio ora ha 18-19 anni che è cresciuto con il foggia in C è il momento più alto l'ha vissuto con la promozione al Flaminio... che momenti bassi potrebbe ricordare?? e in base a quali momenti alti?

potrebbe soltanto parlare di brutte delusioni

che ne pensate???

juan

Titograd FC ha detto...

perchè non raccontate il momento più alto?

per me rimane Foggia - parma 3-2, ahh e anche foggia -lazio 4-1 anche se trattasi di bei ricordi e non certo di momenti alti... visto che allora non avevo concezione calcistica considerando l'età....

juan

Sandro ha detto...

Ecco un mio contributo. L'ho pubblicato su benfoggianius. Credo però di essere andato un pò fuori tema...



Il “mio” punto più basso del Foggia non coincide con una sconfitta. Quando si giocano i play off o i play out, quando ci si gioca il campionato all’ultima partita significa che la squadra è viva, che c’è passione e voglia di andare avanti. Il problema sono quelle partite di fine-autunno, quando si è equidistanti dalla zone calde per la promozione la retrocessione in modo che gli ottimisti possano pensare che “con tre o quattro vittorie” e i pessimisti che “con tre o quattro sconfitte” si possa finire in paradiso o all’inferno.
Quando in curva sud ci sono larghi spazi vuoti, quando qualcuno grida “seduti” perchè vorrebbe vedersi la partita come se fosse a casa davanti alla tv. E sistematicamente la gente si siede salvo poi rialzarsi quando la palla entra in area di rigore, che manco a messa ci si siede e rialza così spesso.
Quando il modulo di gioco del Foggia prevede lunghi lanci sull’attaccante che tutto solo lì davanti non può far altro che perdere la palla e ricevere parolacce dai tifosi, che rimpiangono Mastronunzio, che a sua volta faceva rimpiangere Cantoro, che faceva rimpiangere Cellini, e così via fino a Baiano o a Nocera, passando per Cappellini, Meluso e Barbuti (che almeno aveva la moglie bona).
Quando i ragazzini intorno a te parlano dei risultati della serie A e chiedono a quello che ha la radio chi è stato ammonito tra i calciatori dell’Atalanta “che ce l’ho a fantacalcio”.
Quando dietro di te c’è il vecchietto che inizia le paranoie sul fatto che nel Foggia dovrebbero giocare sono i foggiani come ai tempi di Faleo e Rinaldi, e quell’altro aggiunge che i calciatori sono tutti mercenari pronti a cambiare squadra per un piccolo aumento,e lì via con i luoghi comuni, che da un momento all’altro hai paura che arrivi il solito coglione a dire che lui non è razzista ma pensa che i negri se ne dovrebbero stare a casa loro.
Quando gente che non ha mai pagato un biglietto e si è sempre fatta le trasferte a spese della società pretende di dirti che devi gridare di più, che “senò che siete venuti a fare allo stadio? A vedervi la partita”. No, veramente speravo di giocare. Mi ero portato anche il borsone.
Quando capiti vicino a un cretino che dice che l’unico modo per tornare grandi è il Foggia se lo ricompra Casillo, “che quello anche se era camorrista almeno i soldi li metteva”, certo, a sto punto megiio se la squdra se la compra direttamente Raffaele Cutolo. E perché non sperare in Osama Bin Laden o George Bush?
Quando uno che ha l’abbonamento a Sky, le tessere di Mediaset e La7, la maglia col nome del calciatore e l’orologio del Foggia srotola uno striscione “NO AL CALCIO MODERNO”.
Quando esci dallo stadio tutto incazzato per un pareggio subito all’ultimo minuto e un fesso ti dice “vabbè, ma che ce la prendiamo a fare, in fondo il calcio è solo un gioco, mica se vinciamo ci viene qualcosa in tasca”.
Beh, quello è il punto più basso del Foggia.
Il nemico del calcio non è la sconfitta, è la noia. E’ come in un matrimonio, finchè si litiga c’è ancora qualcosa, quando ci si annoia è la fine.

Anonimo ha detto...

Per Juan: i momenti più alti, quelli più bassi, quelli gloriosi e quelli infami, sono assolutamente soggettivi. E, alla fine, sono ricordi. Quindi direi che non c'è bisogno di troppe distinzioni. Riferiamoci sempre alla biografia del tifoso.

Per Sandro: entro domani lo pubblico in "homepage". Grazie.

Lobanowski 2

Lobanowski ha detto...

Il biglietto della partita che narra MrStramy è qui:

http://www.flickr.com/photos/27956420@N05/2610748342/

Anonimo ha detto...

Soffri anche se sei della Juve non credere. Abbiamo subito torti, siamo retrocessi in B ed ora ci giochiamo la Champion. Forza Juve.
Mi piace il tuo modo di scrivere e mi piace il blog.
Ciao Alberto

Anonimo ha detto...

Grazie dei complimenti.
Una domanda: di dove sei, Alberto?

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