22/09/08

A Gelagna Bassa, con un umore pessimo

di Lobanowski 1

La disperazione, si sa, può portare a gesti inconsulti. Va archiviata in questa voce la proposta di un tifoso del Perugia che, stanco dell’ennesima prova incolore (con annessa sconfitta) dei grifoni contro il Pescara, ha mandato un sms alla radio che segue la squadra umbra chiedendo di cacciare Pagliari e chiamare sulla panchina uno tra Galeone e Zeman. Eravamo di ritorno da Foligno, e tra Gelagna Bassa (frazione di Serravalle di Chienti) e Muccia (verso Macerata), sulla poco simpatica strada statale 77, la radio di beccare una frequenza nazionale proprio non ne voleva sapere. Così ci siamo ridotti ad ascoltare i commenti di chi sta peggio di noi.

Riflettevo su un fatto, dopo aver assistito alla brutta prova dei rossoneri a Foligno, mentre allibito scoprivo che c’è gente in ogni dove dello Stivale che ancora rincorre i sogni del gioco spettacolare di integralisti della zona e del fuorigioco: in una parola, suicidi. Dicevo: da quando seguo il calcio e il Foggia, e sono 30 anni, non ricordo di aver visto il Taranto o la Salernitana, due squadre non a caso, scendere in campo con atteggiamenti da fighetti. Capite il senso, vero? Non so se è l’aria, se la presenza del porto industriale, se la rudezza delle rispettive tifoserie. Fatto sta che non mi viene in mente una volta nella quale quelle due squadre siano scese in campo per fare spettacolo (per quello, come si sa, c’è il teatro o il circo). Sempre degli undici rognosi, coriacei, tignosi, compatti, concreti. In una parola (non se ne adontino le femministe): l’impressione di avere di fronte una squadra e un mister con due palle così.

Ecco, l’impressione più sconfortante che mi sono portato dietro dalla trasferta umbra, risultato a parte, è proprio quella di aver preso coscienza che la nostra squadra difetta alla grande di carattere. Dopo il Taranto, credo che diverse altre squadre violeranno il “Blasone” (quanto mi sono rotto il cazzo a girovagare per stadietti d’Eccellenza): il Foligno era ben messo in campo, guardingo, pressing sui portatori di palla, ripartenze giocate sulla fisicità delle due punte, De Paula e Turchi. Ma in fondo poca roba. Nel primo tempo, passati i dieci minuti iniziali di assestamento, abbiamo tenuto palla quasi sempre noi. Portando un solo pericolo serio alla porta avversaria. Meglio il Foggia di Vasto, per assurdo. Troianello è uno generoso, che corre tanto, ma si è capito che la tecnica non è sopraffina. Sull’asse di destra si è sviluppato gran parte del gioco, il treno quello composto da Colombaretti-Mancino-Troianello. A sinistra non ne parliamo: Del Core, fuori ruolo, finisce con l’accentrarsi e ingolfare la zona di Salgado (e tra i due quello che sa giocare meglio spalle alla porta è il primo. Solo Novelli si è intestardito). Pezzella è di una timidezza pari al Robertino di Ricomincio da Tre, ieri non una volta ha superato il centrocampo. E anche in fase difensiva solleva più d’un dubbio. Per pietà evitiamo di commentare i cambi di Novelli: il Burzigotti mandato in campo per la seconda volta come centravanti, manco fosse un Galderisi fuori di senno in quel di Cremona, fa sorridere. Il Piccolo visto fin qui è uno evanescente, Mattioli un rebus di difficile soluzione.

Alla fine ho chiesto a Francesco, che di fianco a me continuava a sventolare la sua bandiera, una sorta di tic nervoso magari utile a non vedere lo scempio che si consumava sul manto erboso, se un onesto lavoratore d’area come Turchi, forza fisica ed efficace boa dell’attacco del Foligno, non poteva tornare utile anche a noi. Quello m’avrà sentito, si sarà montato la testa, e su un cross da sinistra ha inventato una parabola di testa (perché su di lui c’era Pezzella? Dov’erano finiti Lisuzzo e Zanetti? Mi devo rivedere le immagini) che ha beffato Bremec. Che fino ad allora si era dimostrato sicuro. Sul gol qualcosa poteva fare: la palombella era lenta, un passo alla sua destra e un tuffo e magari l’avrebbe presa. Un dettaglio, alla fine, considerata la prova complessiva, brutta, della squadra.

Senza palle. Lo ripeto. Non so se si vede la “mano” del tecnico, in questo senso. Avevo chiesto d’aspettare, prima di dare giudizi, di vedere giocare qualche partita. Novelli insiste sempre sullo stesso undici, forse penalizzando gente che qualcosa in più potrebbe dare. Di Burzigotti alla Toni abbiamo già detto (ma che cazzo l’abbiamo preso a fare uno come Germinale?). Salgado, svogliatissimo nel suo ruolo (e forse non solo in quello) meriterebbe un turno di riposo, perché così rischia –il mister- di rompere il feeling tra giocatore e tifosi. E poi il tecnico salernitano non può dire in sala stampa che il cileno è fuori condizione e non ha fatto la preparazione. A maggior ragione si dovrebbe accomodare in panca: perché costringerlo ai fischi della tribunetta ospiti del “Blasone”?. E poi siamo alla quarta di campionato, e nove undicesimi dei titolari erano tutti in ritiro: dovrebbero aver appreso i dettami tattici di Novelli, o no? O sono dei pierini ripetenti? Ma il mio pensiero corre sempre là, alla mancanza di grinta, di gente con gli attributi.

Mi manca, oggi, dopo aver visto la partita di ieri, un Biancone. Uno pure rozzo ma che in campo lottava, dava l’anima. Forse, oggi (faccio ammenda, Mr. Stramy) mi manca anche uno come Mounard, che per quanto talento inespresso, eterno messia del calcio da attendere, era capace di saltare l’uomo, durante la partita. Cambiare ritmo, dava velocità e profondità alla manovra. E lottare, metterci il cuore. Ieri, invece, tutti ligi a svolgere uno svogliato compitino. Con tanti, troppi, inutili e frustranti passaggi alle punte per vie centrali. Che per riuscire dovevano sperare nell’improvviso svenimento dei centrali del Foligno.

Ecco, il retrogusto amaro che lasciano gli oltre 800 chilometri macinati ieri è quello -dopo una sconfitta tutto sommato anche immeritata- di avere una quadra da metà classifica. L’idea di, bene che vada, sobbarcarci altri due anni di terza serie. E sarebbero, tra C1 e C2, dodici senza (almeno) la serie B. Ieri poi mi hanno ricordato (avevo cancellato il precedente) che nel viaggio all’inferno del tifoso foggiano, abbiamo incontrato anche il Gladiator. Stando così le cose, di che segno volete che sia, il mio umore, oggi?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Eppure la squadretta non è male se, pur giocando di cacchio, ne buscano così poche. E' lì davanti che serve una scossa. Novelli non lo può fare, evidentemente perchè la società non vuole, ma dovrebbe mettere fuori Salgado. Irritante e pure destabilizzante per gli altri che magari sono tecnicamente limitati ma almeno ci mettono gambe e polmoni. Se vedo uno che vanifica il mio impegno è chiaro che mi demoralizzo. Abbiamo perso due partite per 1-0, giocando non bene, tirando poco in porta e sprecando quelle poche occasioni. Può essere che cominciando a segnare ce la giochiamo. Tolte 2-3 squadre, il girone quest'anno è più povero e livellato, dunque sono tutte alla portata. Uè, allenati che si va in campo tra poco: ho ideato una difesa a due che è tutto in programma. Amma v-dè

Quita

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