08/09/08

Zeman e Burzigotti

di Lobanowski 2
Domenica 7 settembre, Pescara-Foggia 1-0

La notizia è piombata nell’agone come una palla di cannone a mezzodì. Da una sponda all’altra del mar Adriatico. È stato esonerato. Zeman è stato esonerato. I miei scrupoli di coscienza si sono, di botto, acquietati. Posso ricominciare a tifare per la Stella Rossa senza fare un indesiderato favore al tecnico boemo. Il mio nemico. Poi lo ammetto: non ce l’ho fatta. Ho intercettato la notizia su un forum foggiano. E, dinanzi ad un tale che si rammaricava (“Non sanno quello che si perdono”) mi sono lasciato accalappiare dalla verve polemica. Lo sanno, eccome se lo sanno. Anzi, direi che si sono salvati per un pelo. Che non è un peccato rinsavire. Avranno la classifica da scalare, certo, ma non è un’impresa impossibile. Ho espresso la mia teoria scarnificata, senza orpelli o aggiunte retoriche. L’ho scagliata sul monitor, nel bel mezzo della contesa. Ho scritto che ritengo il 4-3-3 uno schema superato, un puro atto di presunzione, una negazione dell’evoluzione: pretendere di applicare pedissequamente gli schemi che potevano anche bastare nel ‘91, è uno smisurato esercizio di arroganza. È come ritenere i galeoni l’arma non plus ultra nel campo delle battaglie navali. Ho scritto che Zeman è un allenatore senza presente, che ormai ha una dimensione altra e può solo aspirare a galleggiare nel vischioso limbo dei ricordi falsati. Ed ho scritto di più e di peggio: che a me il Foggia di Zeman mi stava lì. Ad altezza cintola. I servizi di Beppe Capano alla Ds, le interviste di colore ai signori di mezza età appostati ai tavolini dei bar, a quelli che inevitabilmente pronosticavano un 2-0 per noi con le immancabili reti di Signori e Baiano; le inquadrature sulla villa comunale, il giro panoramico sull’unico calesse in circolazione, il clima perpetuo da Mulino Bianco, l’ottimismo irragionevole della civiltà contadina inurbata; e poi i soggetti naif, in rapido scorrimento subliminale: quello che regala le caramelle al mister prima del fischio d’inizio, quello che batte i piatti, quello che sparge il sale nell’area piccola, le hostess rossonero vestite che distribuiscono mimose in tribuna vip, quello acconciato da diavolo con le corna stracolme di gel fissante. E la Sud che intona “Mi diverto solo se”. Un tempo il Foggia era una squadra ostica, brutta, da evitare. Sponsor: Pasta Tamma. Undici rognosi falegnami in campo con la stessa mentalità, da “San Siro” a Cava dei Tirreni. Il Foggia era antipatico, come l’Avellino, come il Taranto, come l’Atalanta. In quel periodo s’è trasformata in altro: nell’avamposto neo-positivista più felice d’Italia, rappresentato in giro da un manipolo di ragazzotti allegri e impertinenti. La squadra simpatia. Applaudita al “Meazza”, applaudita al “Franchi”, applaudita al “San Paolo”. Un mare di gelatinosa vergogna s’è abbattuto su di noi, fieri e sorpassati portabandiera d’un calcio fatto d’agonismo e rivalità, senza margini d’apprezzamento per il bel gioco, il divertimento o la sportività. Foggia non era più Foggia, all’epoca. Era diventata, non a caso, Zemanlandia. Io non ho mai abitato a Zemanlandia. Se ci fosse stato un muro tra Foggia e Zemanlandia, come a Berlino, non avrei mai tentato di scavalcarlo: meglio la triste austerità del catenaccio, il realismo architettonico razionalista d’uno zero a zero strappato immeritatamente, che le bollicine americaneggianti, consumiste e trendy dei 4-4 o dei 2-8 casalinghi. Questo ho detto, questo ho scritto. E, giacché a Foggia un antizemaniano è improbabile da scovare almeno quanto un israeliano antisionista (e questo è un limite, tanto dei primi, quanto dei secondi) m’aspettavo d’esser sommerso da ogni genere di contumelie. Perché Zeman è religione. E non si può impunemente entrare in una comunità di preghiera negando il dogma dell’immacolata concezione.Invece, sono stati tutti più o meno comprensivi. Certo, le critiche sono state tante. Ma composte: un dibattito filosofico in luogo della diatriba teologica che m’aspettavo. Fuori le Sacre Scritture dal tempio del calcio. È un segno dei tempi, un salutare moto di laicismo. Di più. Il sintomo che una breccia s’è aperta nella coscienza collettiva della comunità. Che l’evidenza del pluri-fallimento è abbastanza forte da far tralasciare – per un attimo di lucidità – qualsiasi retaggio pregiudiziale. Napoli, Salerno, Avellino, Istambul, Belgrado. C’era margine per fare calcio, aveva detto il boemo. C’era gran voglia di divertirsi, di ben figurare, in Serbia. E, soprattutto, non c’era la mafia che c’è in Italia. Quella cupola invidiosa e accaparratrice a guardia di un sistema corrotto che per anni gli ha sistematicamente impedito di vincere qualcosa. Già. Non aveva considerato che anche in Serbia qualcuno mugugna se l’Apoel di Nicosia ti sbatte fuori dalla Uefa ad agosto. Che, a dispetto delle latitudini, delle innocenze e delle malizie, del calcio minore e di quello maggiore, il tifo è esercizio altamente egualitario. Tutti i tifosi del mondo ragionano alla stessa maniera. E non si può modificare il dna di un tifoso impunemente, se non correndo il rischio di sostituirsi alla divinità; di fare come certi scienziati pazzi alla costante ricerca di nuovi Frankenstein. E il Vaticano? Il Vaticano sempre così attento alla vita e alla morale tradizionale – fino a mettere in discussione il concetto di “morte cerebrale” – come mai tace? Come mai non si leva alta la voce del Pontefice contro questi orripilanti esperimenti genetici? Il tifoso non vuole divertirsi. Il tifoso, al limite, non vuole neppure vedere la sua squadra giocar bene. Il tifoso è quello che alla fine risponde scarno come gli almanacchi: zero a zero, uno a uno, due a uno per noi. Altro che storie.

Alla fine del primo tempo, fuori dal box, sotto il sole cocente, tra le macchine parcheggiate, è così che è andata. Qualcuno ha detto: “Io non mi lamento. Mi sembra un buon Foggia”. Zero a zero. È certamente un buon Foggia. Vaghi e stucchevoli i riferimenti al fatto che Pecchia è parso inesistente, che si è attaccato sfruttando solo i lanci e il fronte destro, che Salgado è un oggetto lento e svogliato, che Del Core da quella parte è inutile, che la difesa ha la stessa sommatoria tecnica di una squadra anni Trenta. Zero a zero. Vale quello. E possiamo concentrarci su altro: sulla scollatura della speaker a bordo campo, quella che intervista Peppino Baldassare e lo saluta dicendo: “Buon lavoro”, sul gol-e-gol di Frosinone-Bari, sullo splendore del manto sabbioso del campo sportivo di Vasto. Siamo una ventina, stipati su tre file. Ceska ha disertato all’ultimo momento. Pubblico esclusivamente maschile, se si eccettua Manuela. Vado in bagno e penso che va bene così.

Burzigotti. Somiglia a Materazzi, hanno detto in settimana. È dell’Alto Adige, sostiene Lello, e non si può sperare niente di buono da un tedesco. Burzigotti. S’era già fatto espellere Rinaldi, per un fallo ridicolo, mentre tutti c’aspettavamo il crollo nervoso di Cardinale, che invece è parso pulito come un Pirlo. Avevamo smesso di contrattaccare. Novelli, il mister, urlava. Brutto segno. Sintomo di scarsa personalità, di debolezza. In serie C gli organici fanno in fretta a scavalcare gli allenatori, a portare a termine dei putsch rischiosissimi per la tenuta mentale dell’intero organico. Burzigotti voleva appoggiare un pallone a Bremec, il portiere. Ma il colpo di testa non c’è stato. Ha spizzato, come si dice in gergo. Ha lisciato, come si dice al campetto. La palla è rimasta lì, a metà strada tra la tirolese silhouette del difensore e l’uscita scoordinata del portiere. S’è inserito Bazzani. Quello che tifa Fortitudo. Quello che giocava a Genova, sponda Samp. Quello sposato con la Merz, che stava pure in tribuna. Un tocco, esteticamente ripugnante, ma efficace. Palla nell’angolino destro. Sotto la curva dei pescaresi. Uno a zero per loro. Adesso possono partire le critiche, le disamine tecniche, le forsennate interpretazioni a medio e lungo termine. Se Burzigotti non l’avesse colpita così male; se l’arbitro non fosse stato così affrettato da estrarre il rosso a metà partita. Un peccato, soprattutto considerando il fatto che il pessimo terreno dell’ “Aragona” era un punto a nostro favore. Il maggiore spessore tecnico del Pescara, su un campo decente, sarebbe parso lampante. Invece c’eravamo quasi. Uno a zero per loro. E nel calcio conta quello. E nient’altro.

41 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi ritrovo sulle vostre pagine tramite un commento su un blog non molto amchevole nei confornti di Zeman e vi ho dato una "sfogliata". Sono un tifoso doriano, ma da sempre affascinato da questo personaggio scomodo o no che sia ma che comunque ha lasciato un segno nel nostro calcio, prima sul campo e poi nei tribunali. Credo quindi che un minimo di riconoscenza nei suoi confronti sia quasi dovuta. Ma sinceramente mai, erroneamente, mi sarei aspettato di trovar dei foggiani contro tendenza. Stupido sicuramente io a pensar diversamente. capisco il calcio che intendi e anche se in disaccordo, ma da oggi un pò meno, condivido il tuo pensiero.
ciao alessandro

Anonimo ha detto...

Beh, lo sai come la pensiamo - secondo me, poi, in maggioranza - qui a Roma sul Boemo: Zeman ha rappresentato e rappresenta una bandiera mai ammainata contro il Sistema. Il gioco ci faceva divertire (come a Foggia) nonostante le batoste che arrivavano puntualmente...
Anche se immagino ancora una possibilità per Zdeneck, concordo con te sul fatto che rimanere ortodossamente ancorati a certi schemi di gioco sia diventato per lui una pesantissima zavorra.
Complimenti per il blog ( che mi sono permesseo di linkare) e la bella scrittura. Un saluto

Anonimo ha detto...

Mi verrebbe da dirvi che se non ci fosse stato Zeman non ricorderei del Foggia. Vi ha portati lui in A? Saluti a chi soffre per il calcio.
Forza Toro
Giovanni.

Anonimo ha detto...

In effetti anche a noi Cardinale ci sta meravigliando per la sua calma che cumunque avevamo già notato nel passato campionato nonostante la fama che si portasse dietro. Credo che comunque il pescara abbia meritato la vittoria. in più vorrei dire che sono contento che del core è rimasto da voi. Quanto a Zeman direi che vi capisco, anche qui abbiamo piu volte affrontato il tema Galeone si Galeone no.

Anonimo ha detto...

Per Alessandro: il bello del calcio è che ognuno lo vede come gli pare e che, caratteristica ancora migliore, non ha bisogno di "educazione" obbligatoria. Nel senso che non ci sono dogmi. E' una banalità, lo so. Ma la piazzo qui, a commento del tuo commento, proprio perché - da antidogmatico - mi sento di dirti che da queste parti è proprio il dogma di Zeman ad aver annullato le capacità critiche...

Per Ugaduga: grazie per il link e per i complimenti. E' vero: è difficile trovare romanisti antizemaniani. Io, al posto vostro, idolatrerei Mazzone.

Per Giovanni: non so mentire o essere diplomatico, e ti rispondo che poco m'interessa d'esser conosciuto da te (come Foggia) a quelle condizioni. Si, c'era lui quando siamo saliti in A. Vuoi che ti reciti la formazione che aveva (così la smettiamo di immaginare uno Zeman frugale alle prese coi ragazzini a cui cambiare il pannolino...)?

Per Enrico: a Foggia non c'è mai stato un dibattito su Zeman (come da voi per Galeone). E' proprio questo il limite.

Saluti a tutti,
Lob2

Anonimo ha detto...

Ciao, ho letto un pò ma ho messo il vostro sito fra i preferiti poichè voglio leggervi con più attenzione.

Sinceramente non sono d'accordo con il clima da "Mulino Bianco" così come lo descrivi tu. Anzi. Io ricordo ai quei tempi, ma sono certo lo sia ancora oggi, un Foggia con una tifoseria dura, arcigna, tosta. Cosa che poi inevitabilmente pensavo per la città. Penso che ieri come oggi non sia facile venire in trasferta da voi è per questo che ho un'idea diversa. Mi son sempre piaciute letifoserie del sud; sono triestino ed ammentto che voi date alla squadra molto più di noi. Penso alla salernitana, al taranto, alla Reggina o a tante squadre di serie minori campane. In bocca al lupo.
Luciano

Anonimo ha detto...

sicuramente hai ragione sulla Merz e su Bazzani. Complimenti per il blog. Davvero bello. Tra Lanciano e Foggia non scorre buon sangue ma quando una cosa è bella e appassiona va riconosciuta. Lo inserirò tra i preferiti del blog, mi prenderò qualche fischio ma credo ne valg ala pena. A presto rileggerci

Anonimo ha detto...

Il clima da "mulino bianco" è quello che forzosamente i media provavano a far passare quasi utilizzando la squadra come specchio di una realtà sociale, cittadina, in evoluzione. Che ovviamente cozzava con quella che era ed è la storia della nostra squadra, della nostra tifoseria -abituata al calcio di Pugliese, Maestrelli, Puricelli, e poi Veneranda, Giorgis, Marchioro- e anche della nostra città. Una sorta di riscatto, l'operaio che finalmente aveva il figlio dottore, parafrasando. Questo provavano i tifosi foggiani nel vedersi in tv, protagonisti in positivo. Quando non c'era e non c'è nulla di che vergognarsi ad essere operai, nel calcio come nella vita. Ad ognuno il suo.

E poi basta leggere quel che ha detto il boemo oggi sulla Gazzetta dello Sport a proposito del fallimento a Belgrado, per capire cosa si contesta del personaggio Zeman, al di là delle convinzioni tecnico-tattiche. Colpa degli altri quando va male, meriti suoi quando va bene. Ecco, preferisco che Foggia e la sua tifoseria sia ricordata come la ricorda l'amico triestino, e non come una squadra champagne che subiva 6, 7, 8 gol in giro per l'Italia.Provate voi a divertirvi così.

Lobanowski-1

Anonimo ha detto...

Innanzitutto saluti. A conferma di quanto Zeman sia ancora scomodo e inviso al "sistema" c'è la notizia del suo esonero, opportunamente stampata su ogni giornale... Niente di più falso, visto che è stata una rescissione consensuale, dovuta si ai cattivi risultati ma molti si son dimenticati di sottolineare la tragica situazione economico-ambientale in cui versa la Stella Rossa. Comunque sia a Lecce in un passato recentissimo era 4° a dicembre davanti alle big di serie A, con una squadra normalissima. Poi le intercettazioni dei compari di Moggi hanno svelato il perchè del suo lento declino...
CON ZEMAN CONTRO QUESTO CALCIO FINTO! Sempre!

Anonimo ha detto...

Hai ragione. Ma scrivere dell'ennesimo esonero di Zeman
ci sarebbe sembrato sminuire il personaggio. Zeman per alcuni tifosi della nostra squadra rappresenta un'icona del calcio eticamnente corretto, quindi
al di là delle sconfitte professionali per noi rappresenta molto più di un 'semplice' allenatore. Rappresenta un'idea e per citare un noto film che ci
ha fatto emozionare in passato "...le idee sono a prova di proiettile!".
Il fatto poi che dopo tanti anni ci siano innumerovoli appassionati di calcio
(Tu ne sei l'esempio più lampante!), che non smettono di ricordare 'Er Boemo',
è li a testimoniare la grandezza del personaggio

Anonimo ha detto...

Certo, un complotto mondiale guidato dalla Cia e dal Mossad ha fatto sì che a Lecce, Napoli, Avellino, in Turchia e nell'ex Jugoslavia, il santone del calcio mondiale fallisse (però non prendiamoci in giro, la formula della rescissione consensuale permette a lui di cercarsi una squadra e alla stella rossa di risparmiare soldi. Ma il concetto rimane uno: l'hanno spedito, giustamente) perchè si era messo contro il sistema delle multinazionali. Per carità, la cosa più vicina al tifo è la religione. Ognuno la pensa come vuole. Come dicevano quelli dei Monty Python: se c'è gente che crede che uno è morto e dopo tre giorni è risorto, perchè non pensare a Zeman eroe del calcio distillato da interessi. Ma allora il Mulino Bianco esiste davvero.

Lob-1

Anonimo ha detto...

La Brescia sportiva, calcistica, lo ricorda ben poco. Fortunatamente. Differente è, come davi in risposta al tifoso romanista, l'affetto per un personaggio come Mazzone. Dajè Carlè.
Lorenzo

Anonimo ha detto...

Ah, ecco ora ho capito. Mi sono sbagliato, le intercettazioni, le trascrizioni agli atti, i processi, ciò che milioni di persone hanno visto e sentito sono fantasie studiate ad arte. Mentre quello che ha fatto Zeman a Foggia, Roma, Lazio, Lecce è merito di Moggi e De Santis o frutto di magia nera, di mago merlino di macumbe. Viva i lippi, viva i carraro, viva il vostro "calcio"...

Anonimo ha detto...

No, non hai capito. Se pensi io voglia difendere quella gente, sbagli. Ma Zeman che disse? "I giocatori si dopano". "Le società rubano". Come dire in fila alla posta che i politici sono ladri. Grande atto rivoluzionario e di denuncia puntigliosa.

A memoria: ricordi lo scandaloso 3 a 3 di Lecce-Parma all'ultima giornata? Zeman che abbandona platealmente la panchina giallorossa, disgustato? Attacco la società e volle ergersi a eroe puro. Mi spieghi allora perchè poi è tornato a prender soldi dai Semeraro, a capo del Lecce? Colpa del bisogno?

E in Turchia? Come si dice Moggi in turco? E in Serbo?

Per chiarirci: l'uomo Zeman è quello che emerge dall'intervista di ieri alla Gazzetta. Un continuo ergersi a vittima. Insopportabile.

Anonimo ha detto...

Io non ho mai sopportato il suo atteggiamento da superiore. A sprecato parecchie occasoni per star zitto. Nel calcio contatno i risultati e lui non ne ha avuti. Non credo che i risultati di roma sponda romanista e laziale siano dei successi.
Saluti a tutti e complimenti. Franco di caserta

Anonimo ha detto...

Ci sono tanti allenatori capaci in giro con idee più nuove. Via questi allenatori. basta di zeman, basta di novellino, basta di vavassori, basta di ranieri e mettiamoci anche d.rossi. Avanti con i prandelli, spalletti, mazzarri e marino che se non sbaglio con voi ha fatto anche una promozione. Spero di ritrovarvi in una serie più consona a quello che una volta era lo zaccheria. Peppe ancona

Anonimo ha detto...

Marino, ottimo allenatore, persona intelligente. Il mister della promozione del Foggia dalla C2 alla C1. Sta dimostrando a Udine di saper far giocare bene e con equilibrio le sue squadre. Bella società, poi, quella friulana, grande capacità di monitorare il mercato internazionale e saper scegliere giocatori bravi pagandoli poco. Vedi i vari Inler, Felipe, Zapata. E grazie per gli auguri, ne abbiamo bisogno...

Lobanowski 1

Anonimo ha detto...

Il mio dolore per Zeman stava già qui:
http://www.liminaedizioni.it/lineabianca/numero8-006/b_articolo15.html

Anonimo ha detto...

Il mio qui...

http://www.illaerte.ilcannocchiale.it/post/1701482.html

Lob2

Anonimo ha detto...

Per Always Urbi: capisco il sentimento che spinge all'etica. Capisco che abbiamo tutti bisogno di modelli "puliti".
Ma una cosa è la speranza, altra la realtà. Una cosa è caricare un simbolo di una serie di valori positivi. Altra confrontarci col personaggio che, a nostro dire, li incarna.

Faccio un esempio (non vorrei sembrare blasfemo, anche se lo sono): molti idolatrano Madre Teresa di Calcutta, perché depositaria di certi valori. Ma pochi, pochissimi, sanno cosa ha fatto Madre Teresa. Idem per Kennedy, per Woytjla, per Moro. A volte certi personaggi sono quello che noi vogliamo che siano. Zeman non è da meno, anche se si occupa di un campo meno "universale".

E' l'uomo che ha salvato il Lecce con due pareggi più che sospetti; è l'uomo che ha prelevato percentuali sullo smantellamento del MIO Foggia. Eppure: è, per molti, l'uomo del calcio-etico. L'antisistema.

Direi di scindere: una cosa sono i desideri, altra cosa la realtà.

PS: la bandiera irlandese è con me da quando avevo 17 anni. Anche se, a guardare il tuo blog, non abbiamo affatto la stessa visione di quel Paese.

Lob2

Anonimo ha detto...

SAPPIAMO TUTTI QUANTI BENISSIMO CHE OGGI CI SI NASCONDE DIETRO QUESTE CAZZATE ANCHE QUANDO SI TRATTA DI ESONERO. COSì TUTTI SON CONTENTI. L'ALLENATORE SI è TOLTO DALLE P...E E LA SOCIETà TORNA A VIVERE SERENA.

BEL BLOG

Anonimo ha detto...

ma davvero avete pubblicato un libro con le vs storie. fantastico.
Carlo Alessandria

Anonimo ha detto...

E chi si nasconde, Manuel?

Si, Carlo. C'è anche qualche stralcio, al sito www.meglioilfoggia.it. Ci siamo divertiti moltissimo, ci siamo abbandonati ai ricordi, agli aneddoti, ed abbiamo pure trovato la collaborazione di Darwin Pastorin (gentilissimo e disponibilissimo, che c'ha scritto la prefazione senza nulla pretendere).

Lob2

Anonimo ha detto...

Lob 2 ti capisco, sei stato molto chiaro è chiara è la tua posizione nel leggere anche le risposte ai commenti. Pensandoci bene mi verrebbe da aggiungere, a corredo del mio commento sul nostro ex allenatore, che almeno lui a differenza del vostro ex se ne sta zitto.
Saluti

Anonimo ha detto...

Ho trovato un vostro commento su un blog, ho cliccato e mi sono "divertito"molto nel leggervi.concedetemi il divertito.anzi vichiedo scusa. sono un tifoso anche io ed èbello leggere che spesso,nonostante lasquadra sia diversa,le storie si assomiglino.
Francesco-Pisa

Anonimo ha detto...

Divertito? Te lo "concedo" volentieri. E' un complimento. Dell'ironia non sapremmo fare a meno. Datti un'ochiata, se non l'hai già fatto, al sito del libro...
salud!
Lob-1

Anonimo ha detto...

Zeman è un tipo che divide ed è chiara la vostra poszione con delle giustificazione più che comprensibili.

Mi ritrovo con Francesco di Pisa. Cambiano i colori delle maglie ma lestorie no. Viva la C. Maurizio Cosenza

Anonimo ha detto...

Meglio uno 0 a 0 che un divertente 4 a 3 per gli avversari ai quali ci costringeva Zeman. Sono certo che se Marino avesse avuto quei giocatori la squadra sarebe andata in uefa.
Vi ho trovato su un blog, ho visto i colori rossoneri e non ho esitato a guardarvi. Sono foggiano ma ormai abito a ravenna da 3 anni e qualsiasi cosa riguarda foggia x me è linfa vitale. veramente un bel blog. Paolo

Anonimo ha detto...

Zeman non mi è mai piaciuto.ero per affascinato da questo personaggio sienzioso che badava più ai fatti che alle chiacchiere. Forse voi però sapete meglio di me una cosa, ma perchè cacchio non ha mai badato un pò alla fase difensiva? Il suo è un calcio che non esiste più e probabilmente è un allenatore che non sa leggere le partite. Secondo me, i mister bravi a partita in corso devono riuscire a modificare le squadre. piccoli accorgimente ma spesso importanti. non ricordo questi grandi cambi da parte del vostro ex allenatore. saluti a ttt

Anonimo ha detto...

Dopo tutti questi esoneri ci sarà un presidente così pazzo da dargli la panchina? Vito, Bari

Anonimo ha detto...

Certo che ci sarà. Corioni la cazzata l'ha già fatta. Fabio Brescia

Anonimo ha detto...

Kredevo Zeman fosse uno ke faceva divertire. Ma ho letto la tua analisi. Giusta e sentita. Così come è sentita la tua rabbia. "meglio la triste austerità del catenaccio". Condivido.

Anonimo ha detto...

stupendo blog.

Anonimo ha detto...

Definisci Zeman allenatore senza presente. Io vorrei anche senza futuro. Carmine (Avellino)

Anonimo ha detto...

Vi leggo con molto piacere caro Collettivo. Un foggiano dal freddo nord

Anonimo ha detto...

Da milanista ricordo bene quel 8 a 2. Non so quanto avessero in comune Zeman e Sacchi certo che noi anche se con una difesa spaziale risultati del genere non ne abbiamo mai visti. E ci sarebbe stato ben poco da divertirsi.

Saluti Mauro

Anonimo ha detto...

10, 100, 1000 Zeman, unico faro di un calcio controcorrente, che non ricorre ai tatticismi inutili ed esasperati, rompe gli indugi e lotta contro i mulini a vento, contro gli esoneri, contro il "Sistema", contro tutti coloro che disdegnano il miglior Foggia che sia mai visto sui campi di gioco. claudio.

simca rally3 ha detto...

Ma quando mai un sistema di gioco quale quello dello Zeman può essere taciato di obsolescenza! E' come dire che chi gioca ispirandosi alle teorie di Michels è retrogrado solo perchè tali tesi risalgono a 35 anni fa! In realtà è tutto il calcio italiano di oggi ad essere ottusamente involuto sul piano tattico! Ki scrive certi post dovrebbe darsi solo all'onanismo!!!

Anonimo ha detto...

Darsi all'onanismo?
E perché no...

Tieniti il tuo Zeman, Simca rally3. Io preferisco vivere...

Lob2

NicKappa25 ha detto...

Il contesto da "Mulino BIANCO" di cui parlate nel post mi ricorda una puntata di "A tutta B" dopo un 3-0 del Foggia alla Lucchese di Orrico nell'anno della promozione..

Anonimo ha detto...

Guarda Nickappa25, non so come la vedi tu al riguardo... ma hai centrato il punto.
Quel servizio ce l'ho ancora registrato. E' l'emblema della "mia" vergogna...

No al modello Chievo... eheheh.

Francesco

Il Libro